Quanto costa fare e-commerce? Ce lo racconta in questo articolo Francesco Chiappini, formatore, fondatore di Ecommerce School e partner di Recensioni Verificate. Dare un numero esatto è ovviamente impossibile, ma in questo articolo Francesco ti spiegherà tutto quello a cui devi prestare attenzione per calcolare il tuo investimento. I costi infatti variano in base alla...
Quanto costa fare e-commerce? Ce lo racconta in questo articolo Francesco Chiappini, formatore, fondatore di Ecommerce School e partner di Recensioni Verificate.
Dare un numero esatto è ovviamente impossibile, ma in questo articolo Francesco ti spiegherà tutto quello a cui devi prestare attenzione per calcolare il tuo investimento.
I costi infatti variano in base alla tipologia del progetto, vediamo quindi le principali variabili da tenere in considerazione e sfatiamo alcuni miti sui costi dell’e-commerce.
E-commerce strutturato o “Opportunity Seeker”
Iniziamo dalla definizione di e-commerce. Dobbiamo distinguere tra e-commerce strutturato ed e-commerce “mordi e fuggi” o “opportunity seeker”.
L’e-commerce strutturato prevede un piano di entrata all’interno di un mercato, strutturarsi, creare un team, investire in marketing… Solo dopo potrai scalare in termini di logistica, di marketing, di ottimizzazioni interne e creare dei veri e propri imperi online.
Questo approccio strutturato è diverso da chi vende le mascherine durante il periodo del Covid, il cosiddetto e-commerce “mordi e fuggi”. È un po’ come andare in un mercato tirare fuori la bancarella iniziare a vendere, poi quando è finito il mercato chiudere e andare a cercare un altro mercato.
Qual è il tuo modello di business e come gestisci il magazzino?
Vuoi fare B2B oppure B2C? Il B2B, ad esempio, necessita di tutta una serie di attività tecniche e quant’altro. Gli investimenti sono diversi rispetto a un B2C, che a livello di avvio è già più standardizzato.
Qual è il tuo modello di business? Vuoi fare una vendita in abbonamento, vuoi ricreare un marketplace, vuoi vendere a catalogo, inserire la realtà aumentata…
Come gestisci il magazzino? In “dropshipping”, quindi sfruttando il magazzino di un tuo fornitore, oppure vuoi avere la logistica interna?
In che mercato o settore vuoi entrare? Quali sono i tuoi obiettivi?
In che settore di mercato vuoi inserirti? In un “mass market”, con tutte le esigenze di struttura di cui ha bisogno, oppure in una nicchia che ha bisogno di meno budget?
Qual è il tuo obiettivo di fatturato? Qual è il tuo numero di ordini previsto? In base a questo, avrei bisogno di logistica di customer care e anche di una piattaforma che sostenga questa scalabilità aziendale.
Che numero di prodotti prevedi? Devi sapere che la gestione del catalogo più è ampia e più necessita di costi sia per il customer care che per la spedizione
Prevedi delle personalizzazioni e delle integrazioni sul sito? Ad esempio, l’integrazione di sistemi informatici avrà un costo non trascurabile.
Hai delle persone competenti all’interno della tua azienda che possono gestire l’e-commerce? Perché se non le hai dovrai investire per acquisire queste competenze all’esterno oppure per creare un team in-house.
Vendi in Italia o anche all’estero? I costi cambiano, perché se vuoi internazionalizzare e partire con un progetto europeo o worldwide i costi sono sicuramente superiori.
Alcuni fattori da considerare a prescindere da queste domande
Queste domande che ti ho elencato sono solo alcune delle variabili che devi tenere in considerazione, ma sono fondamentali per capire innanzitutto che tipo di tipologia di e-commerce vuoi fare.
Alla luce di questo devi sapere che in linea generale…
L’investimento è inversamente proporzionale alle competenze che hai tu o che sono presenti in azienda.
Più sei competente e meno investi, meno sei competente più devi investire perché con l’e-commerce “fai da te” rischi di farti male. Ci puoi riuscire, ma devi comunque studiare e formati in maniera continuativa e comprendere che ci sono delle competenze e delle logiche all’interno dell’e-commerce diverse da quelle del fisico.
Puoi essere anche un bravissimo imprenditore sul fisico, ma nel momento in cui inizi a fare e-commerce le logiche sono diverse, quindi devi sviluppare delle competenze sia verticali sull’e-commerce, ma soprattutto orizzontali. Le competenze orizzontali servono per guidare, per delegare, per capire se le attività vengono svolte più o meno bene.
Le tipologie di e-commerce sono tante e la scelta del modello di business impatta sui costi che dovrai sostenere, ma a prescindere da quello che hai scelto c’è una cosa a cui devi prestare molta attenzione:
Il briefing in fase iniziale.
La pianificazione viene totalmente sottovalutata in generale per tutti i business, ma anche se apri un bar devi fare un business plan. E nell’e-commerce serve ancora di più!
Devi pianificare tutto nel dettaglio. Non solo del conto economico, ma anche della strategia, del team, della gestione dello stock, del posizionamento, delle scelte tecnologiche, della UX e così via.
Un mito da sfatare: perché l’e-commerce dovrebbe costare meno?
Spesso quando si parla di e-commerce in confronto ad un negozio retail, c’è una forte credenza popolare che vendere online debba costare meno. A differenza del negozio fisico, l’e-commerce ti permette di vendere ovunque, di raggiungere un pubblico in qualsiasi punto, di incassare subito perché ti pagano immediatamente ed è scalabilissimo.
Perché quindi dovrebbe costare meno?!
Per smontare questo mito ho voluto mettere a confronto quelli che sono i costi tra retail ed e-commerce, perché è importante vedere questa comparazione.
1) Spesso mi viene detto “Quando compro un locale, ho tutte le spese dei lavori che devo fare per renderlo funzionale e attrattivo per i clienti, non posso certo fare un locale senza il pavimento!”.
Questo vale per l’offline tanto per l’online. Oggi puoi fare un e-commerce anche con € 1.000, ma ti assicuro che avrà lo stesso impatto di un locale senza pavimento.
2) Un’altra frase che sento frequentemente è “Il negozio ha bisogno di manutenzione frequente e in più c’è l’affitto!”.
Anche nell’e-commerce esistono voci di costo simili! Una volta che il sito è online non è che tu sei a posto con la tua piattaforma. Ci dovrai lavorare tutti i giorni perché le tecnologie si aggiornano, devi fare nuovi sviluppi, avrai necessità di fare nuove promozioni, di creare percorsi di navigazione nuovi e inserire metodi di pagamento diversi, etc…
Come devi fare manutenzione al tuo negozio, devi fare manutenzione anche sul tuo e-commerce.
L’affitto di un negozio fisico invece corrisponde all’hosting del tuo e-commerce. Quando fai e-commerce devi pagare ogni mese l’hosting, ovvero lo spazio web dove tu vai a mettere il tuo il tuo sito. Nel momento in cui cresci anche l’hosting può diventare importante, ci sono e-commerce strutturati che spendono anche € 5.000 di hosting ogni anno.
3) Ancora “Eh, ma io nel negozio ho tutte le spese dell’arredamento”.
Nell’e-commerce l’arredamento lo potremmo paragonare all’usabilità, ovvero come vai a sistemare i prodotti all’interno dell’e-commerce. Questa attività che devi svolgere si chiama CRO (Conversion Rate Optimization). Nel momento in cui hai tanto traffico, devi ottimizzare l’usabilità per aumentare le vendite su quel traffico. Come? Migliorando i percorsi di navigazione, i contenuti, il catalogo… Questo lavoro prevede degli investimenti.
4) Proseguiamo con le frasi che ho sentito dire in questi anni: “Eh ma io in negozio devo comprare tante attrezzature”.
Certo, ma se fai e-commerce dovrai acquistare tutta una serie di software che ti servono sia in fase di avvio sia in fase di crescita. Probabilmente ti servirà anche un ufficio dove lavorare tu stesso ma anche il tuo team. In più, rispetto al negozio, hai dei costi legati alla gestione di spedizioni, imballaggi e anche i resi.
5) Un’altra differenza tra e-commerce e retail è l’acquisizione dei clienti. Nel retail la concorrenza è legata ad altri negozi sul territorio (oltre a quella online), il marketing viene spesso trascurato e l’acquisizione clienti è limitata alla posizione del negozio. Nell’e-commerce c’è molta più concorrenza (anche internazionale) e sono necessari investimenti più onerosi e mirati. I canali sono tanti, ma ti servono competenze e budget per andare ad acquisire i clienti online.
6) Ultimo punto di questo paragrafo, il personale. Mentre nel retail, non sempre ma spesso, puoi assumere del personale anche alle prime armi, per esempio in stage, sull’online questo ragionamento non si può fare. Non puoi prendere una persona inesperta nel digital e metterla a gestire l’email marketing, l’advertising o la creazione di contenuti. Hai bisogno di persone competenti che ti costano un po’ di più di quello che è l’impatto del retail.
Come abbiamo visto i costi dell’e-commerce ci sono e sono tanti, quindi non è vero che deve costare meno.
In fondo, perché un’attività che ti può portare a fatturare cifre da capogiro e vendere in tutto il mondo dovrebbe costare meno di un negozio retail?
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Francesco Chiappini vanta una lunga esperienza diretta nell’e-commerce, con progetti proprietari e di consulenza. Ha messo online il suo primo e-commerce nel 2002: la sua lunga esperienza gli ha permesso di creare un sistema vincente con il quale fare e-commerce, sistema che oggi insegna nei suoi corsi di formazione con casi studio concreti.
È autore del libro edito Flaccovio “Marketing automation per e-commerce” che ha venduto oltre 3.000 copie.
Oltre ad aver portato da 0 a 10 milioni un progetto B2B dal 2011 al 2014, ha lavorato e lavora per clienti come Moschino, AmicaFarmacia, EuroBrico, Pollini, Alberta Ferretti, Efarma, Motoabbigliamento, SorgenteNatura e molti altri brand e PMI.
Fondatore di Ecommerce School, è socio di altre 3 società: Beyond Ecommerce (sviluppo di e-commerce proprietari), Floox Srl (marketing automation) e 7Ads Srl (advertising multicanale per e-commerce).
Se vuoi sapere di più su Francesco, visita il suo sito.